L’esperienza di Casa Stenone al Convegno della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni

“Il Paziente Immigrato: Tra Cronicità ed Empowerment Socio-Sanitario” il titolo della presentazione portata al convegno.

Durante la recente presentazione alla SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni), la Fondazione Solidarietà Caritas ha illustrato il progetto di Casa Stenone, una struttura residenziale che si distingue per il suo approccio innovativo all’assistenza socio-sanitaria dei pazienti immigrati con patologie croniche. Questo progetto mira a creare un ponte tra l’ospedale e il territorio, garantendo un supporto continuo e personalizzato per le persone più vulnerabili.

Casa Stenone si pone l’obiettivo di assicurare che tutti gli ospiti, indipendentemente dalla loro condizione socio-economica, abbiano accesso alle cure necessarie. Il progetto si concentra sulla continuità assistenziale, evitando ricoveri ospedalieri prolungati e inappropriati, e promuovendo il diritto alla cura per tutti, con particolare attenzione alle persone fragili. Inoltre, si impegna a rafforzare le reti di risorse esistenti e a promuovere l’integrazione tra i servizi sociali e sanitari.

Il progetto si rivolge a tanti tipi di cittadini, tra cui italiani senza documenti o residenza, cittadini comunitari non iscritti al SSN, cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno privi di residenza o senza fissa dimora, cittadini extracomunitari STP (straniero temporaneamente presente). Questa diversità è ben rappresentata nel grafico della cittadinanza dei pazienti, che include persone provenienti da Albania, Egitto, Pakistan, Tunisia, e molti altri paesi.

Casa Stenone si occupa di pazienti con varie patologie croniche, come insufficienza renale, cirrosi e neoplasie. La gestione dei pazienti non si limita al trattamento delle malattie, ma considera anche la cultura di provenienza e gli obiettivi individuali dei pazienti. 

Il progetto di Casa Stenone si distingue per la sua capacità di integrare diverse figure professionali, creando un team multidisciplinare che lavora in sinergia per fornire cure complete e culturalmente sensibili. L’empowerment del paziente è un elemento chiave: i pazienti sono coinvolti attivamente nelle decisioni riguardanti la loro salute, promuovendo una maggiore autonomia e consapevolezza.

L’uso di mediatori culturali è essenziale per facilitare la comunicazione tra i pazienti e il personale sanitario, riducendo le barriere linguistiche e culturali. Inoltre, il progetto si propone di semplificare i processi diagnostici e terapeutici, rendendo le cure più accessibili e meno complicate per i pazienti.

La presentazione di Casa Stenone alla SIMM ha messo in luce un modello di integrazione socio-sanitaria che potrebbe essere replicato in altre realtà. L’iniziativa rappresenta un importante passo avanti nel garantire che anche le persone più vulnerabili abbiano accesso a cure continue e di qualità, promuovendo al contempo l’integrazione e il benessere generale. I risultati ottenuti nel 2023 sono promettenti: un numero significativo di pazienti è riuscito a stabilizzare la propria condizione socio-sanitaria, evitando di ritornare in contesti di marginalità dopo le dimissioni.