Da oltre 10 anni accanto ai più fragili nei mesi freddi dell’anno: il progetto dell’accoglienza invernale
“Prendersi cura della fragilità delle persone e dei popoli significa custodire la memoria e la speranza; significa farsi carico del presente nella sua situazione più marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignità.” – Papa Francesco
Con queste parole, Papa Francesco interveniva nel 2014 durante la sua visita al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa. La pandemia ha reso ancora più chiare queste fragilità e queste difficoltà, evidenziando quanto queste siano vicine a noi molto più di quanto possiamo e avremmo potuto credere.
Anche quest’anno, la Fondazione Caritas gestisce il progetto del Comune di Firenze legato all’accoglienza invernale. Quattro sono le strutture a essa dedicate: l’ostello del Carmine e la struttura Pertini per soli uomini, insieme alla Parrocchia Santa Maria Pignone e la struttura di Scandicci dedicate alle sole donne. Un impegno che vede un totale di 157 posti disponibili da dicembre 2021 fino al 31 marzo 2022.
Il progetto prevede l’accoglienza notturna oltre alla cena e alla colazione del mattino seguente. Il percorso di ingresso all’interno delle strutture, che segue la normativa prevista dal contenimento del contagio da Covid-19, inizia con un colloquio conoscitivo per comprendere la natura del bisogno della persona al fine di poter essere capaci di rispondere alle sue difficoltà. Il progetto pur rientrando in un’attività di accoglienza di bassa soglia e quindi finalizzata a ospitare e fornire il pasto serale e la prima colazione, si è sempre spinto più in avanti, cercando di offrire alle donne e agli uomini un ambiente familiare e uno spazio di ascolto. Non uno spazio dove solo dormire e mangiare per ripararsi dal freddo ma anche e soprattutto dalla solitudine.
Per questo motivo nel corso degli anni sono state allestite mini biblioteche per permettere agli ospiti di trascorrere del tempo leggendo e, in alcune strutture sono stati organizzati dei laboratori di cucito per chi era interessato. Inoltre, è sempre attiva la collaborazione con l’ufficio orientamento al lavoro e formazione della Fondazione Caritas attraverso il quale sono attivabili percorsi formativi finalizzati al reinserimento lavorativo sul territorio.
A seguito della pandemia e delle sue conseguenze economiche, infatti, molti ospiti delle strutture si sono ritrovati a dover accedere al progetto per la perdita del lavoro e, partendo già da una condizione di fragilità, si sono ritrovati con le spalle al muro.
“Con il Covid e il primo lockdown, ho perso il lavoro e dopo non sono riuscito a trovare qualcosa di duraturo. Solo lavori a giornate. Prima riuscivo ad andare avanti ora ho bisogno di aiuto e qui ho trovato qualcuno che mi da una mano.”
Saad, 38 anni lavapiatti.
Le persone e i bisogni cambiano costantemente e si evolvono ed è importante continuare a garantire alle persone più fragili le risposte più adeguate attraverso il lavoro di rete con altre realtà istituzionale e del terzo settore del territorio.