La mindfulness per prendersi cura di sé
Progetto residenziale di Mindfulness per gli operatori dell’area minori della Fondazione Caritas
Fondazione Solidarietà Caritas, come ente che organizza attività di aiuto alla persona e ai gruppi di persone, ritiene fondamentale prendersi cura dei propri dipendenti, la cui protezione è elemento centrale nelle attività d’aiuto verso il prossimo. Per questo motivo ad ottobre, abbiamo risposto immediatamente alla richiesta del gruppo di lavoro dell’area minori di espandere l’esperienza della supervisione con un percorso di apprendimento della meditazione Mindfulness.
Questa scelta è stata presa in quanto, come organizzazione, riteniamo fondamentale la cura dell’ambiente, relazionale e del clima al suo interno, affinché le persone che lavorano in situazioni di stress, di rischio, di dedizione all’altro vengano sostenute e rimotivate nei confronti del proprio lavoro.
In questo senso si configura il primo progetto residenziale di Mindfulness tenutosi con gli operatori e la responsabile dei servizi per i minori, un’area di lavoro complessa e delicata, a forte rischio di burn out dei suoi operatori. In tre giorni di lavoro, condotto da un supervisore esperto, i partecipanti hanno potuto apprendere il metodo, applicarlo e farne esperienza, e condividere le loro difficoltà per crescere insieme e fortificarsi come gruppo. La Mindfulness, come gli operatori stessi hanno testimoniato alla fine del percorso, è uno strumento potente e complesso, ma accessibile a tutti coloro che sono interessati a cambiare il loro stile di vita e di lavoro orientandolo al benessere.
“Siamo molto grati alla Fondazione Solidarietà Caritas – afferma Chiara Iafrancesco responsabile aera minori – per aver sostenuto in tutti questi anni il percorso di supervisione in cui siamo stati accompagnati dalla dott.ssa Cristina Innocenti, psicoterapeuta di indirizzo analitico transazionale. Con lei abbiamo pensato a questa ulteriore opportunità per il consolidamento e la crescita del nostro gruppo di lavoro nell’Area Minori. È così che siamo andati a Riparbella (PI) e abbiamo partecipato al ritiro residenziale Mindfulness, nel quale abbiamo sperimentato l’importanza di prendersi del tempo per fermarci, per fare silenzio e per ascoltarci ed ascoltare usando canali comunicativi che vanno oltre quello prettamente verbale. Il riscoprire questa possibilità “straordinaria” di contatto e comunicazione ci ha fatto vivere momenti di intimità e consapevolezza molto intensi; vissuti che ancora oggi percepiamo pur ritornati al nostro quotidiano. Partire da noi stessi è davvero la via principale per poter sostenere, ed arrivare a guardare davvero l’altro “più fragile” che ci viene affidato, con i suoi bisogni, desideri e risorse”
Anche la dott. Cristina Innocenti – Psicoterapeuta, Analista Transazionale Certificato – ci ha rilasciato un suo pensiero rispetto alla Mindfulness:
“La parola inglese mindfulness ormai molto diffusa, che traduciamo con consapevolezza o meglio ancora presenza mentale, suscita il mio interesse da diversi anni, un interesse che nasce dalla pratica della meditazione di consapevolezza e dalla passione per le neuroscienze, che ne indagano i benefici sulla mente e sul corpo. Insieme alle persone a cui mi rivolgo come psicoterapeuta e supervisore, ne osserviamo i benefici: ritrovare un quieto contatto con sé, sostenere uno stato di presenza vigile e attenta a ciò che quotidianamente ci attraversa, ridare energia al desiderio di cambiamento, legato finalmente al desiderio di conoscersi, di dare valore alle piccole cose e di inaugurare relazioni interpersonali delicate, connotate dalla gentilezza verso se stessi, verso gli altri e verso il mondo naturale che ci circonda.”
Per i più curiosi di seguito riportiamo anche un breve approfondimento scritto dalla dott. Cristina Innocenti sulla mindfulness.
“Prendersi cura di sé e prevenire lo stress con la Mindfulness”
Mindfulness è “consapevolezza”, “presenza mentale”, un’attitudine naturale alla interconnessione diretta e immediata con i nostri stati corporei e mentali, con gli altri e con il mondo naturale in cui viviamo. La capacità di prestare attenzione alle cose e conoscerle, portando a consapevolezza ciò che attraversa i nostri sensi e quindi la qualità reale della nostra esperienza vitale, ci caratterizza fino da prima della nascita: sta nel nostro patrimonio genetico e si amplia, nei primi anni della nostra vita, attraverso l’esperienza, il contatto semplice e continuo con ciò che stiamo vivendo proprio qui e proprio ora, prima ancora di poterlo pensare, categorizzare o concettualizzare.
Durante il processo dello sviluppo, soprattutto con la comparsa del pensiero logico-astratto e del linguaggio, noi tendiamo ad atrofizzare questa capacità primitiva, per lasciare spazio a sistemi di comunicazione e di analisi della realtà più sofisticati e apparentemente più sicuri. Inoltre, nelle società come la nostra, dove dobbiamo fronteggiare ambienti di vita e di lavoro complessi, così come richieste sociali legate al culto della performance e dell’illimitato successo, tanta della nostra energia vitale viene piegata alla logica del “pensare” e al “fare”, più che al “contatto” e al “sentire”. Infine, va detto che l’imprevedibilità che comunque caratterizza l’esperienza del vivere stesso, sfida continuamente il nostro bisogno di certezze, e ci porta ad attivare meccanismi di difesa inconsapevoli, legati al bisogno di controllo. Sperimentiamo allora che, nonostante sia importante per noi e se ne abbia bisogno, è difficile fidarsi, è difficile lasciarsi andare e godere con semplicità e immediatezza dei contesti e delle relazioni interpersonali in cui siamo coinvolti.
Questo “normale” flusso di cose che scorre nella nostra frettolosa e iper-stimolata quotidianità, come nella nostra mente, è un importante fattore di stress. Lo stress, questa parola un po’ abusata che utilizziamo per dire che siamo stanchi e nervosi, è in realtà la reazione psicofisica dell’organismo ad una pressione ambientale, interna o esterna, che mina il suo equilibrio. Quando i fattori stressanti sono molto forti o perdurano per troppo tempo, lo stress si manifesta con sintomi e disagi a cui è bene dare ascolto e che è bene comprendere, per prendersene adeguatamente cura.
La meditazione di consapevolezza, o Mindfulness meditation, è un potente strumento di prevenzione dello stress e di ricostruzione della capacità di sintonizzazione con noi stessi e con il gruppo umano che abitiamo, affinché sia di nuovo possibile essere autentici, e in intimità. Durante le sessioni di pratica mindfulness incontriamo la dimensione del “non fare” e limitiamo i fattori di stimolazione e di stress al minimo; ci orientiamo all’essere e con impegno e pazienza consolidiamo progressivamente la nostra naturale competenza a stare fermi e in silenzio, e ad abitare finalmente “solo” noi stessi.
Quando è possibile organizzare percorsi residenziali di più giorni, questo tempo abbastanza lungo permette alle persone di rallentare delicatamente i propri ritmi, di prendere il tempo che serve per fermarsi con calma e ritrovare la quiete del corpo e della mente. Lo spazio che viene dato qui alla contemplazione del proprio essere e di ciò che ci circonda, a tutta la bellezza che è proprio lì davanti a noi, diventa allora un’esperienza rigenerante, un’esperienza in fin dei conti affettiva, che può traghettarci nel ritorno a casa verso stili di vita e di relazione più sani e sostenibili.
dott. Cristina Innocenti
Psicologo psicoterapeuta, Analista Transazionale
Specializzata in Psicodramma Analitico, Body Focused Therapy, Mindfulness Meditation