San Giovanni:
Fiorini dedicati a chi era sul fronte del virus
Premiata anche la nostra volontaria Paola che, a nome di tutti i volontari della Fondazione Solidarietà Caritas, ha ritirato il Fiorino D’oro.
Mercoledì 24 giugno, sono stati consegnati i Fiorini d’oro dal sindaco Dario Nardella a nove volontari di varie realtà del sociale che si sono spesi durante l’emergenza sanitaria del Covid.
In rappresentanza della Fondazione Solidarietà Caritas e dei volontari che hanno prestato servizio in questo periodo, è stata premiata anche la nostra volontaria Paola madre di 4 figli, che con impegno si è dedicata al servizio alla Mensa Baracca per la preparazione e distribuzione del cibo ai più bisognosi.
Intervista a Paola
Quando hai iniziato a fare volontariato in Fondazione Solidarietà Caritas?
Torno con il pensiero a quei giorni e ricordo quel silenzio assordante che faceva tanto rumore. La città silenziosa e in lontananza le sirene. In quei giorni mi dicevo: è vero che stare in casa è già fare il nostro dovere, però che senso hanno queste giornate?
Una notte mi sono svegliata e mi si è accesa una luce, come se ti si apre una finestra all’improvviso e in questa luce ho detto: beh posso mettere a disposizione il mio tempo.
La mattina dopo mi sono messa in contatto con Caritas e ho chiesto se avevano bisogno. Così è iniziato questo servizio.
Dove hai fatto volontariato e cosa facevi, come si svolgeva la giornata?
Il servizio è iniziato alla Mensa di via Baracca, circa 15 giorni dopo l’inizio del lockdown. Sono arrivata alla Caritas un lunedì mattina emozionata. Quella prima mattina c’era Adrian che mi ha portato giù nella grande stanza in cui si tagliano verdure, insalata, cipolle, patate, pomodori e si prepara il pane.
Alle 10:45 invece vado al piano di sopra e iniziamo a servire i pasti. Qui inizia un’altra parte, diversa da quella che fai nella prima mattinata.
Come me ci sono tanti altri volontari penso a Lorenzo, Sabrina, Tiziana, Leonardo, siamo tanti.. e non voglio dimenticare il saluto di Mary e Giulia che tutte le mattine mi avvolge come un abbraccio, Andrea il fantastico cuoco che permette di dare ogni giorno pasti buoni e diversi, e Mattia, il punto di riferimento di via Baracca sempre vestito di sorriso e umiltà…insomma un bel gruppo.
La cosa bella è che si lavora, con il piacere di fare, di arrivare in fondo. E’ bello perché si sente proprio la squadra, siamo uniti per fare la stessa cosa, anche nella sua semplicità. Perché pulire e tagliare le verdure, non è una cosa così impegnativa, ma ci metti comunque amore, passione, perché quello che fai lo vuoi fare bene perché è il modo che hai per poter dire all’altro: ci sono!
Cosa vuol dire servire un pasto caldo a chi ha bisogno?
Servire i pasti è bello almeno per me. Io ti porto la mia d’esperienza, in questo vedo un poter donare, al di la del piatto caldo che sto dando, anche qualcosa attraverso un semplice sorriso e un buongiorno.
Vorrei dare a loro uno spiraglio di luce, un senso di calore, in una vita che a volte è davvero molto faticosa. Mi è capitato di dire buona giornata e ho quegli occhi che mi guardano e mi dicono: insomma, mica tanto, è fatica, non sto tanto bene.
Secondo me la consegna del pasto non è la sola consegna del pasto. Il pasto è un volere allungare la tua mano perché l’altro possa star meglio.
Cosa ti lascia quest’esperienza?
Ho scoperto un mondo che non conoscevo, non so nemmeno come ci sono arrivata, ma credo molto al fatto che c’è sempre qualcuno che dall’alto ti dà un segnale e mi sono ritrovata li.
La Caritas per me è un abbraccio.
In ogni persona che incontri vedi il cuore in quello che fa. Anche per chi lavora all’interno della Caritas, non è solo lavoro, ma assapori che in loro c’è il desiderio di fare del bene, di mettere passione e impegno in quello che fanno. Io questo l’ho sentito tantissimo in tutti loro.
Una cosa bella che vivo è che lì siamo una squadra che ha un obiettivo comune, e l’obiettivo è l’altro. Per cui quello che fai, lo fai per l’altro. Perché l’altro possa stare un po’ meglio.
La consegna del Fiorino d’oro, com’è stato ricevere questo riconoscimento?
Mi sono sentita una portavoce di tutti i volontari e operatori, io ho messo il mio viso e le mie mani per ritirarlo, ma erano il viso, le mani, il cuore di tutti loro.
Sono l’ultima arrivata all’interno della Caritas con un ruolo veramente piccolo, ma lo rende grande il fatto che ci metti la passione.
Si l’ho ritirato io il Fiorino d’oro ma il fiorino è di tutta la Caritas.