Una storia di rinascita
Charaf, accolto al Samaritano
Charaf è un giovane ragazzo accolto alla Casa di accoglienza Il Samaritano. Ha avuto problemi con la giustizia, ma adesso sta cambiando vita. Ci abbiamo fatto una chiacchierata, per capire l’esperienza dal suo punto di vista.
Ciao Charaf, grazie per la disponibilità a raccontarci la tua storia. Da quanto sei qui al Samaritano e com’è stato passare dal carcere a questa casa?
Grazie a voi per chiedere. Sono qui da quattro mesi. Come tutti gli inizi e tutte le nuove esperienze, l’inizio è stato un po’ difficile. Invece poi ho trovato degli operatori qui che sono bravi, che mi hanno dato una grande mano. Quando sono uscito dal carcere e sono venuto qui… sai, ho fatto sette anni in carcere, sono uscito solo una volta per 3 mesi e mezzo… ho trovato un grande aiuto qui. Non è facile cambiare la prospettiva, quando vieni dal carcere. Quando sono uscito ero molto chiuso con le altre persone… sono stato dentro troppo tempo, ero abituato al modo di fare e di parlare del carcere.
Questa per me è una grande chance, lo dico sempre, perché questo tempo è arrivato preciso, perché io sto cambiando. Già nell’ultimo periodo in carcere avevo cambiato atteggiamento, voglio cambiare, ho smesso anche di fumare. Poi ho iniziato a fare volontariato alla mensa.
Come ti trovi con il volontariato?
Faccio due ore al giorno alla mensa… e questo volontariato è stato utile per aprirmi con le persone, per diventare più socievole. Alcune persone le conoscevo già, poi ne ho conosciute altre. È cambiato proprio il mio comportamento: a volte non mi riconosco… come ero e come sono diventato, te lo giuro. Sono andato anche al SERD, così non uso più sostanze. Sono sicuro che non torno più indietro a quella vita lì. Prima prendevo tanti psicofarmaci per stare tranquillo, in carcere, ora ho smesso tutte quelle cose.
Qui mi hanno dato anche un’altra fiducia: visto che so imbiancare, ho imbiancato tutta la parte al piano di sopra, sono rimasti tutti contenti. E mi hanno dato più coraggio. Ora magari riesco anche a trovare un lavoro. Per adesso inizio con Scarp de Tenis. Piano piano cambio l’ambiente e il modo di vivere.
Hai fatto tanti cambiamenti…
Nella mia vita ho sofferto tanto, ero molto ansioso, ho avuto un brutto comportamento, di strada. Piano piano, le persone mi fanno sentire che c’è ancora l’umanità. Invece se continuavo a rimanere in quel mondo lì, anche magari fuori dal carcere, avrei continuato quel comportamento, sempre in ansia e arrabbiato. Ho visto come si comportano le persone fuori da quel mondo, e ho iniziato anche io a comportarmi meglio, seguendo degli esempi per cambiare me stesso. Ho fatto troppa vita di strada, invece ora no, basta. È passato poco tempo, ma sento che il cambiamento è grande.
Come ho detto tante volte agli operatori qui: ho trovato questa spinta che mi mancava da anni. Se l’avessi avuta prima, magari non mi trovavi qui, magari avevo fatto un futuro, una vita normale senza reati e senza problemi.
Com’è vivere qui nella struttura?
Ci vuole un po’ di pazienza, ma ti giuro che si va lontano: l’ho visto anche per altre persone che sono state qui prima di me. Alcuni hanno preso il documento, hanno trovato il lavoro, con la fiducia di questa struttura. È una rinascita. Ho visto tante persone che non si fidavano di se stessi: se non ti fidi di te stesso, non fai mai un passo avanti, rimani sempre fermo. Anche per me è una rinascita, mi sono allontanato da tante cose, mi sento una persona nuova.
È importante avere fiducia dagli altri, sennò non trovi la tua fiducia in te stesso. Se non avevo questa fiducia dagli operatori del Samaritano, rimanevo in carcere, sicuro. E il carcere è peggiorato: le persone si sentono dimenticate da Dio, io ero uno di quelli, sentivo che la mia vita era fallita. Però nel momento in cui ho cambiato atteggiamento ho fatto la scuola in carcere, il corso di teatro, il corso di musica, suonavo la batteria. E ho iniziato a sentirmi diverso. E quando l’educatrice mi ha proposto questa struttura mi ha detto “se segui le mie parole e ti comporti bene, ti guadagni una grande opportunità”: dovevo stare un anno senza fare errori, e a volte ti escono dal nulla gli errori in carcere, perché sei sempre nervoso.
Grazie a Dio questa opportunità è arrivata, ora sto bene, giorno dopo giorno sento che mi sto migliorando. Non è facile, tutti i giorni faccio una battaglia con me stesso per non fare errori e per avere pazienza, ma sto bene.